Il video di “Donne sull’orlo di una crisi di…” – per le strade di Bergamo, 8 marzo 09

Il video di "Donne sull’orlo di una crisi di…": il 7 e 8 marzo 2009 cinque storie di donne, e del loro lavoro, hanno sfilato per le strade della città di Bergamo. Maria, Rita, Chiara, Svetlana e Emma hanno raccontato a passanti e curiosi le loro vicende fatte di precarietà, diritti da conquistare e sogni da realizzare.

per saperne di più sull’iniziativa dell’8 marzo 09

Sit in contro l’omofobia a Bg – 12 settembre 2009

Dopo le numerose ed eclatanti aggressioni avvenute recentemente contro omosessuali e lesbiche, anche Bergamo si risveglia dal suo sonnecchiare un po’ -come sempre- bigotto…
E sabato 12 settembre scende in piazza: un sit in contro l’omofobia, promosso da Arcilesbica e poi condiviso da tante realtà.
L’appuntamento è in piazza Matteotti, fuori dal Comune, alle 17.

L’appello di Arcilesbica Bg:
Dopo gli ultimi episodi di violenza avvenuti a Roma la capitale ha dato
il via a un’iniziativa spontanea, che pian piano sta coinvolgendo altre
città d’Italia.
E’ un’iniziativa che parte dal basso, dalle
persone, come me e te, senza colori e ideologie politiche. È importante
farsi vedere, aver voglia di scendere in piazza e (di)mostrare a noi
stessi e al resto d’Italia, che noi siamo dalla parte delle Persone.
“Io
sono gay. Io sono lesbica. Io sono uomo. Io sono donna. Io sono mamma.
Io sono figlio. Io sono una sorella. E io un fratello. Io lavoro. Io
parlo inglese. Io sono etero. Io faccio la cameriera. Io sono sposato
da 25 anni. Io farò il cantante. E io il manager per un importante
azienda.”
Non importa quale sia il tuo orientamento politico religioso sessuale, l’importante è unirsi.
Organizziamoci.
Dimostriamo che Bergamo è fuori dallo stereotipo di città Ignorante,
chiusa, bigotta, che ogni volta ci additano. Mostriamo che Bergamo è
una città da Vivere. Mostriamo che Bergamo non ci sta!
Per questo abbiamo bisogno dell’aiuto di tutt*: partecipate e diffondete la notizia.
Chiediamo (a chi di dovere) che faccia qualcosa, prenda provvedimenti, e tuteli tutti noi, in quanto persone.

per contatti: 88laura@libero.it 

maggiori info

“Femminicidio”: una cultura che uccide!

Recensione di "Femminicidio", di Barbara Spinelli, ed. Franco Angeli (2008)
a cura di gravid@mente

"Femminicidio": farebbe pensare all’uccisione di una o più donne, e in effetti non si tratta di un’interpretazione sbagliata del termine.
E’ però, secondo Barbara Spinelli, una interpretazione riduttiva e priva di qualsiasi senso politico: "femminicidio", secondo l’autrice, vuole invece indicare qualsiasi forma di violenza che colpisce una donna proprio in quanto donna.
Diventano violenza, così, non solo uccisioni, stupri, botte e minacce ma anche (finalmente!) tutte quelle sottili forme di discriminazione, svilimento e strumentalizzazione delle donne in quanto tali che non vengono praticate soltanto dai singoli uomini ma che vengono alimentate e giustificate anche da quello che generalmente consideriamo "sistema": il potere, innanzitutto, e poi la televisione, i giornali, i luoghi comuni, fino alle chiacchiere al bar (senza voler essere opprimenti ma per cercare di smascherare anche i meccanismi più consolidati e diffusi, apparentemente innocui).

L’accezione di violenza si allarga, dunque, e insieme ad essa si allargano anche le responsabilità che la producono.
Ed ecco la novità di un termine che può rappresentare una potenziale nuova categoria per la lettura (e il capovolgimento) della realtà: una categoria collettiva, delle donne innanzitutto, che riconosce nel radicamento della tradizione patriarcale maschilista le ragioni della violenza e attribuisce alla società intera la necessità di un riconoscimento della differenza: un riconoscimento che dev’essere culturale e politico ma anche giuridico.
Perchè anche le otto donne uccise a Bergamo nel 2008 (per mano degli ex partner) non siano più considerate vittime di "incontri sfortunati" ma protagoniste di una violenza sistemica ben nutrita da politica istituzionale e mezzi di informazione.

vai al blog femminicidio curato da barbara spinelli

La recensione di "Femminicidio" fa parte dei materiali che verranno diffusi all’interno della due giorni "Cantieri Sociali 1.0" (vedi post precedente) che si terrà al c.s.a Pacì Paciana di Bergamo venerdi 24 e sabato 25 luglio.

 

gravid@mente alla due giorni dei Cantieri Sociali di Bergamo – 24 e 25 luglio 09

Venerdi 24 e sabato 25 luglio 2009 nascono i Cantieri Sociali a Bergamo: prendono corpo e si intrecciano analisi e proposte sulla crisi economica, sulle vecchie e nuove identità del nostro territorio, sul movimento dell’Onda e sull’antifascismo.
Una due giorni ricca di proposte, che vedrà interventi di molti e diversi soggetti.

Tra questi anche gravid@mente, che manterrà uno spazio dedicato alle donne, in particolare alla violenza contro le donne e al pacchetto sicurezza appena approvato dal gioverno.
Uno spazio fisico, dove resteremo per i due giorni presentando video, libri, recensioni, articoli e dati; ma anche uno spazio simbolico, perchè le donne riescano a "dare colore" a qualsiasi altro tema sia in discussione.
Come a dire: non vogliamo solo più spazio, vogliamo anche che il concetto stesso di spazio sia messo in discussione alla luce di un nuovo e diverso ruolo delle donne.

Venerdi 24, dalle 18, e sabato 25, dalle 14, saremo al c.s.a. Pacì Paciana – via Grumello 61c – con due video ("Sicure da morire" e "Donne sull’orlo di una crisi di…"), il libro "Femminicidio" di Barbara Spinelli, diversi articoli e dati sulla violenza in Italia e a Bergamo, in particolare negli ultimi due anni.
Insieme agli altri tavoli tematici, aperitivi e stuzzichini, dj set e concerti.

vedi il programma completo dei Cantieri Sociali

 

23 maggio 09, Milano: manifestazione nazionale contro il razzismo – “Da che parte stare”

 

La crisi colpisce duro, la crisi colpisce tutti:
donne e uomini, italiani e migranti. Eppure, per rispondere alla crisi,
il governo produce e sancisce differenze. È razzismo istituzionale: la
legge Bossi-Fini e il “pacchetto sicurezza” inseguono il sogno di una
forza lavoro usa e getta, vogliono ridurre i migranti e le migranti
alla perenne espellibilità. Tutti i lavoratori e le lavoratrici in
cassa integrazione, sospesi dal lavoro e licenziati vedono ogni
progetto di vita frantumarsi di fronte ai loro occhi. Tra i lavoratori,
i precari con contratti a termine e senza garanzie sono messi alla
porta per primi. Tra i lavoratori, i migranti vivono una doppia
precarietà, sanno che il permesso di soggiorno non sarà rinnovato, la
clandestinità è una minaccia più vicina, l’espulsione una possibilità
sempre presente. Per questo è ora di scegliere DA CHE PARTE STARE. Continue reading

Violenza contro le donne a Bergamo: i dati del 2008

Dati raccolti ed elaborati dall’Associazione "Aiuto donna" – www.aiutodonna.it

Nel 2008 si sono rivolte al centro antiviolenza 210 donne (53 in più rispetto all’anno precedente), di cui:

64% italiane (136 casi)
61% coniugate (130)
8% separate dal partner (18)
83% hanno subito maltrattamento psicologico (176)
68% maltrattamento fisico (143)
29% maltrattamento economico (61)
9% violenza sessuale (19)
69% maltrattamento dura da anni (145)

Chi è il maltrattatore?

61% italiani (130 casi)
60% marito (127)
17% convivente (36)
10% ex partner, marito o convivente (21)

 

I dati relativi alle condizioni economiche in cui si trovano i maltrattatori e i loro problemi "dichiarati" (tossicodipendenza, alcolismo o più spesso NESSUNO) riflettono, in proporzione all’aumento dei casi, le percentuali registrate nel 2007 (vedi post precedente).
Viene confermato, dunque, il profilo dell’uomo violento che emergeva già con i dati precedenti.
Si tratta del classico "uomo normale": marito, padre, con un livello di istruzione medio e generalmente con un posto di lavoro a tempo indeterminato.
Nessun mostro sconosciuto, nessuna figura particolare di straniero o tossicomane: la violenza è semplicemente in famiglia.

 

Dati sulla violenza contro le donne a Bergamo (2007)

Dati raccolti ed elaborati dall’Associazione "Aiuto donna" – www.aiutodonna.it

Nel 2007 si sono rivolte al centro antiviolenza 147 donne, di cui:

63% italiane
62% coniugate
5% separate dal partner 
65% maltrattamento fisico 
72% maltrattamento psicologico 
33% maltrattamento economico
55% maltrattamento dura da anni

In questi 147 casi, chi è il maltrattatore?

57% italiani
61% marito
10% convivente
9% ex marito (o convivente), ex fidanzato

In quali condizioni economiche si trova?


16,33% reddito alto
24,50% reddito medio
4,76% reddito basso
4,7% senza reddito  

E quali sono i suoi problemi "dichiarati"?

24,5% nessuno
15,65% alcolista
8% disturbi psichiatrici
6,8% tossicodipendente

 

 

8 marzo 2009 – “Donne sull’orlo di una crisi di…”

Una due giorni per i diritti delle donne, a cominciare dal lavoro.
Incontri e feste ma soprattutto cinque donne a sfilare per le vie della città: Maria, Rita, Chiara, Svetlana e Emma.
Cinque donne immaginarie, dalle storie difficili e straordinariamente comuni: a Bergamo, il 7 e l’8 marzo, sono state diffuse migliaia di card con i loro volti e le loro storie.

clicca sulle card che trovi qui sotto per leggere le storie di Chiara, Svetlana, Rita, Maria ed Emma + una card speciale sul tema della violenza.

 

Se bastassero le mimose per festeggiare dignitosamente la festa della
donna forse non saremmo sull’orlo di una crisi di nervi! Continue reading

“Sicure da morire”: un video racconto

Per il 25 novembre 2009, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, abbiamo realizzato un "blob": pezzi di film più o meno noti per raccontare la violenza e la nostra voglia di libertà e autodeterminazione.