25 novembre 09: agghiacciante celebrazione in Comune

L’amministrazione comunale di Bergamo
ha deciso di “celebrare” il decimo anniversario della
proclamazione della Giornata internazionale contro la violenza sulla
donne (25 novembre).
Ha così invitato la cittadinanza
a un incontro organizzato nell’aula consiliare.
Due relatori: la presidente del centro
antiviolenza presente in città e uno psicologo.
Il presidente del Consiglio comunale
apre l’iniziativa dicendo che le donne vengono maltrattate, che non
va bene, che in una società come questa in cui la televisione
trabocca di donne-oggetto seminude bisogna davvero cambiare rotta.
Attenzione: lo psicologo, seduto
accanto a lui, è uomo di indubbia fede leghista e… ogni anno
partecipa alla trasmissione televisiva “Miss Padania”, in cui
viene eletta la bellissima del reame. Le ragazz(in)e in costume
succinto fanno balletti, sfilano, si fanno guardare avanti e dietro.
Alè. In mezzo a loro lo psicologo spiega come affrontare la
prova senza paura.
È lui! Lo stesso che annuisce
mentre il rappresentante del Comune dice che ‘sta tv spazzatura non
va bene perché le donne diventano oggetti e non persone!
Indossa perfino il fiocco bianco, quello che portano gli uomini che
vogliono combattere la violenza sulle donne.


Interviene spiegando a lungo, molto
tecnicamente, come la personalità violenta di un uomo si formi
da bambino, quando mamma e papà sbagliano ad educarlo. Una
personalità dipendente, poca autonomia, poca responsabilità
e via: il violentatore è pronto.
Intorno a lui, continua a spiegare, una
società in cui i giovani hanno dentro un vuoto così
grande che riescono a colmarlo solo bevendo, drogandosi e
ubriacandosi di alti volumi. Niente più emozioni reali ma solo
reality show e finte identità.
Conclusione: “bisogna rimettere
l’uomo al centro della vita”, recita così l’ultima slide
della sua presentazione power point.
Una presente gli fa notare che forse se
scriveva “l’uomo e la donna” invece che solo “uomo” era
meglio, che uomo non è parola neutra ma vuol dire proprio
uomo, e che donna è un’altra cosa.
Lo psicologo reagisce con una smorfia
che vuol dire “che sottigliezze inutili, il concetto era quello”.
Un’altra pone il problema che forse
anche il contesto socio-culturale ha la sua importanza, che non tutto
si decide quando uno ha 5 anni.


Arrivare a spiegare che violenza è
qualcosa di più complesso di botte e stupro era troppo, in
fondo lo psicologo fa il su mestiere, non è mica un sociologo.
Il fatto che diverse donne presenti ribadiscano che la violenza “non
è un fatto privato ma un problema collettivo” è
un’altra cosa, a lui spetta fare l’identikit della personalità
dell’uomo cattivo.
Ecco servito l’impegno del Comune per
la lotta contro la violenza sulle donne. Intanto al centro
antiviolenza arriva qualche soldo per sbaglio, ricavato negli avanzi
del bilancio. Tanto ci sono le volontarie che aiutano quelle in
difficoltà. Il volontariato è importante, “Bergamo è
una città solidale”, come dice l’assessore ai servizi
sociali.

 

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